UP&DOWN – 10ᵃ Giornata

Torna la rubrica dedicata alla valutazione settimanale dello stato di salute delle squadre del massimo campionato italiano di rugby.
Questa rubrica si basa su opinioni personali e non considera la classifica ufficiale.
Ogni settimana verrà proposta una graduatoria ipotetica, dalla posizione 1 alla 10, in base ai risultati ottenuti nel fine settimana precedente.
Lo scopo è stimolare commenti e discussioni civili, senza intenzione di influire sulla classifica reale.

Indicazioni:
Verde: squadre che migliorano la loro posizione.
Giallo: squadre che mantengono la loro posizione.
Rosso: squadre che peggiorano la loro posizione.

Stato dell’arte dopo la 10ᵃ giornata

Questo decimo turno sarà ricordato come il più curioso della stagione in corso. Alla fine delle partite, nove delle dieci squadre coinvolte, vanno negli spogliatoi scontenti della prestazione compiuta.
Vuoi per il risultato mancato, oppure per la prestazione opaca data. Unica squadra che può a ragione festeggiare il risultato è Mogliano che, nella seconda parte del romanzo che sta scrivendo, continua ad evitare di usare la parola “Sconfitta”. 2 punti nelle prime cinque giornate e 18 nelle restanti cinque dicono molto dei passi avanti fatti dai Veneti.

Le quattro squadre di vertice escono dalle proprie trasferte con l’unica nota positiva di aver portato a casa 4 punti preziosissimi per la classifica e poco più. Le Fiamme Oro sfiorano il colpaccio perdendo di un solo punto contro la squadra più in palla del campionato, avanzando molte recriminazioni sulla gestione dell’incontro. Vicenza, Lazio e Piacenza perdono la loro gara casalinga con un margine complessivo di 13 punti, a certificare quanto queste tre squadre fossero vicine alla vittoria evento, ma a cui è mancato qualcosa.

Un turno quindi che vede tutti scontenti o quasi, lasciando la classifica dell’Up&Down inalterata e rimandando tutto alla prossima settimana dove, per incroci pericolosi ci potrebbero essere degli scossoni fragorosi.

Viadana sfugge alla trappola che le Fiamme Oro le avevano teso riuscendo a portarsi in vantaggio di un punto dopo 70 minuti ad inseguire l’avversario. Per l’ennesima volta è Farias a portarsi a casa il titolo di POTM ma in questa occasione ci sembra più per mancanza di alternative. Viadana difende troppo spesso interpretando a piacere il regolamento e venendo punita a ragione. doveva essere una partita tra i due migliori numeri 10 del campionato e così è stata, Farias doveva mettere ai pali 2 calci e così è stato. Viadana rimane in testa a questa classifica perché ora riesce a vincere con maturità partite sporche che l’anno scorso (forse) non sarebbe stato in grado di fare.

Per una partita che verrà ricordata più per quanto successo dopo gli 80 minuti di gioco che per quanto visto in campo, Padova porta a casa quanto serve con uno sforzo minimo e certifica ancora di più quanto sia dipendente da Lyle per tutta la gestione dell’ovale. Jimenez sperava di risolvere la questione già a metà tempo ma si trova invischiato in una partita molto chiusa dove spiccano poche giocate offensive e poca voglia di trovare soluzioni da parte dei suoi. Lo certifica la vincita del premio come POTM dato al pilone sinistro della squadra che ha perso… Non un passo indietro per i padovani ma poco di più della felicità di esser tornati a casa con 4 punti.

Leggasi sopra le stesse opinioni che abbiamo avuto di Padova su Rovigo. Poco è quanto Rovigo ha fatto in un derby nuovo ma che si sta trasformando in qualcosa di più partita dopo partita. Come per i Neri, i rossoblù speravano di dover soffrire meno nel secondo tempo ed invece si invischiano in un pantano poco divertente che porta solo un calcio ai pali nei secondi 40 minuti. Giazzon deve essere contento della tenuta dei suoi che in inferiorità numerica per tre cartellini gialli riescono comunque a tenere a distanza i Rangers. Quello che è sembrato abbastanza evidente è che Rovigo è stato salvato dalla campana. Fosse durata ancora 5 minuti, chissà come sarebbe andata a finire.

Terzo commento che avrei potuto lasciare al copia/incolla del computer, con l’unica differenza della buona prestazione di Reggio nei primi 40 minuti. La sveglia che Violi doveva dare ai suoi dura quanto basta per portarsi a casa la partita ma sfuma completamente nel secondo tempo. Valorugby scompare da campo e lascia il gioco alla Lazio salvandosi solo grazie al piede di Ledesma a tempo scaduto e con l’umore ormai sotto i tacchetti. Buona la mischia chiusa, pessima la touche, sembra quasi che per una cosa risolta in settimana gli allenatori debbano mettere mano ad un’altra fase di gioco. Unica squadra delle top 4 che porta a casa il punto di bonus offensivo i Diavoli devono passare ancora l’esame di maturità agonistica per una partita che avrebbero potuto gestire meglio e mettere in ghiacciaia molto prima

Sembrava fosse il giorno giusto per prendere il primo scalpo importante della stagione ma le Fiamme non sfruttano tutti i calci contro che Viadana concede. L’errore della propria touche nei 22 avversari, che fa sortire l’unica meta di giornata, affossa ogni speranza per la squadra di casa che non riesce mai ad essere pericolosa per la segnatura di peso. 26 mete segnate in 10 turni sono poca cosa per venire a capo di certe partite importanti. La mancanza di alternative rispetto ai punti al piede di Canna si sta trasformando in un piccolo problema per la squadra della Capitale che si trova ad avere poche alternative per sbrigare certe pratiche. La nota positiva deriva tutta dall’aver tenuto l’attacco migliore del campionato a soli 10 punti sulla giornata, ma come sappiamo le partite non vanno calcolate in statistica, ma vinte.

Nel fango del Quaggia si impantana anche Colorno che aggiunge un’altra pagina positiva al racconto di Mogliano. Anche qui, come per le Fiamme Oro, la partita andava vinta. In tutti i modi e con tutti mezzi. Colorno dimentica solo parti degli errori della domenica scorsa e cade alla distanza dopo un primo tempo costruito bene. La sensazione è che abbia vinto la squadra che aveva più voglia e mezzi. I Biancorossi di Garcia, avanti di 6 punti a metà partita rientrano timidi sei secondi 40 minuti perdendo troppo territorio e possesso. La scarsa percentuale dalla piazzola di Mogliano è lo specchio di una partita che doveva essere giocata nella metacampo avversaria e che avrebbe potuto essere anche meno combattuta nel punteggio.

Vicenza ci prova e questo va detto. La distanza tra le due squadre viene ben mascherata dai ragazzi di Cavinato che sono ancora lontani dal poter mettere in sesto partite compromesse già a metà tempo ma che riescono comunque a tenere testa ad una big del campionato. La crescita dei rangers è evidente e agli occhi di tutti. Il lavoro fin qui svolto andrebbe ora concretizzato mettendo ottani sul motore della squadra che, per la terza settimana di fila, finisce la benzina troppo presto per l’economia del risultato. La percezione che comunque passa è che, se si riuscisse a dare continuità al gruppo per i prossimi anni e cilindrata al motore, Vicenza potrà confermarsi come una forza su cui far riferimento.

Dovremmo prima o poi finire gli aggettivi per la magica rincorsa che Mogliano ha messo in piedi da due mesi a questa parte. In questo caso la parola è resilienza. Svestita di molti uomini concessi per ragion di stato a campionati maggiori, Mogliano evita la prima sconfitta stagionale della gestione Casellato con un sontuoso secondo tempo. Vanifica tutti gli sforzi fatti da Colorno che aveva capitalizzato l’indisciplina dei Veneti nel primo tempo (con due inferiorità numeriche…) e impone la propria maggior voglia di vittoria. Essere sotto di 6 punti con condizioni di campo proibitive non ha scoraggiato la volontà ferrea dei 15 Leoni. Altro fattore di crescita sta nel riuscire a segnare mete se al piede non è giornata e viceversa. Indice di maturità. Ormai Mogliano ha fatto capire di essere in missione e di sapere come sporcarsi le mani quando deve. Se era solo un fattore di testa, non vedo l’ora di capire cosa può fare con condizioni primaverili. Unico +1 di giornata e meritato viste le poche cose positive mostrate in questo turno.

Piacenza mantiene la sua posizione ma perde un punto in classifica rispetto alla Lazio che si prende un meritato bonus offensivo. Non era questa la partita da vincere ma Piacenza non sembra ricordarlo, mettendo in più di un’occasione in difficoltà i campioni d’Italia. Anche per questo match la sensazione chiara ed evidente è che con qualche minuto in più forse i Lyons avrebbero potuto fare il colpaccio. Da rivedere tutta la struttura della touche messa in estrema difficoltà da lanci curiosi e contromosse azzeccate da Padova. La mischia regge abbastanza bene il confronto ma non riesce mai a impensierire le introduzioni avversarie né a procurarsi dei falli. Piacenza è stabile ma sta facendo vedere cose buone per il prosieguo della stagione.

Come in un romanzo a puntate, dove i colpi di scena non mancano e la trama ti tiene attaccato, pagina dopo pagina, la Lazio stupisce il suo pubblico ed arriva ad un passo dal primo pareggio in campionato, salvo poi gettare tutto alle ortiche a tempo scaduto. Perde nettamente il primo tempo (5 a 26) ma poi non demorde e raggiunge gli avversari con una seconda frazione di altissimo livello. Qualcosa dovrà pur essere successo negli spogliatoi, ed i risultati si vedono subito. I due punti di bonus (cosa molto rara nel nostro campionato) sono meritati e danno fiducia ai biancocelesti. De Angelis dovrà fare tesoro di questa partita per far capire ai suoi il potenziale inespresso che troppe volte non è sceso in campo. Girone di ritorno con molte partite ancora in casa dovranno portare a risultati positivi. Tutto sta nel crederci fino ed oltre l’80mo minuto.

Tommaso Visentin